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Dieta Mediterranea: Antropologia, Solidarietà e Sostenibilità

Nel quadro del programma di eventi online promossi dal Future Food Institute e dal Comune di Pollica, in occasione del decimo anniversario dell’iscrizione della Dieta Mediterranea nella Lista del Patrimonio Culturale Immateriale dell’UNESCO, l’Ambasciatore Pietro Sebastiani ha partecipato all’evento “Mediterranean Diet: Anthropology, Solidarity and Sustainability”, svoltosi online martedì 24 novembre 2020. 

Nel suo intervento, l’Ambasciatore Sebastiani ha posto l’accento sul fatto che una delle sfide più grandi che l’umanità deve affrontare è quella di fornire cibo nutriente a ciascun essere umano: sono ancora molte infatti le persone che si nutrono di una dieta non bilanciata.

“Se vogliamo garantire a tutti gli abitanti della terra un’alimentazione sana e adeguata, bisogna quindi partire dalla consapevolezza che in realtà il pianeta produce già abbastanza calorie per nutrire i suoi abitanti: il problema quindi non è solo aumentare la produzione e la produttività, ma garantire con spirito di solidarietà parità di accesso al cibo ai gruppi più vulnerabili, eliminando perdite e sprechi”. “La tradizionale dieta mediterranea” ha proseguito “può contribuire a raggiungere gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile, perché garantisce equilibrio tra natura e uomo garantendo il rinnovamento delle risorse naturali”.

La pandemia da Covid-19 ha sottolineato la necessità di un rinnovato patto per garantire l’accesso al cibo da parte di tutti, in un contesto di solidarietà globale che sostenga non solo i paesi più poveri ma anche quelli più sviluppati. In questo senso, di importanza fondamentale è stato il lancio della Food Coalition, la coalizione globale lanciata dalla FAO su suggerimento dell’Italia per evitare che la crisi sanitaria si tramutasse in una crisi alimentare mondiale.

L’Ambasciatore Sebastiani ha inoltre ricordato che la Dieta Mediterranea non è un semplice elenco di alimenti, ma è anche uno stile di vita (diaita in greco antico) che incarna l’identità culturale e le tradizioni delle comunità nel bacino del Mediterraneo (o “il grande Lago di Tiberiade”, come veniva chiamato anche da La Pira), dove i valori dell’ospitalità, del vicinato, del dialogo interculturale e della creatività si coniugano con il rispetto del territorio e della biodiversità.

Stefano Pisani, Sindaco di Pollica (Cilento), ha esordito ricordando che bisogna scoprire i veri luoghi della dieta mediterranea: per i cittadini di Pollica la dieta mediterranea è semplicemente la loro vita, fatta di piccoli gesti quotidiani e di interazioni sociali tra le persone. Ciò che riguarda la produzione del cibo è legato anche all’obiettivo di preservare la biodiversità.
Il Mediterraneo potrebbe essere definito come la prima forma di internet, una rete che permetteva gli scambi e le comunicazioni attraverso le sue sponde: per questo la cultura mediterranea rappresenta oggi una sintesi tra il passato e il presente ed abbraccia le differenti culture dei popoli che si sono avvicendati nei secoli nel bacino del Mediterraneo. 

Il segretario della Pontificia Accademia per la Vita, don Andrea Ciucci, si è concentrato sul significato di alcune parole chiave. “Tradizione” indica dinamismo, non una condizione statica: avere una tradizione significa qualcosa che aiuta a guardare al futuro. La parola “eredità”, o patrimonium che viene dal latino pater munus, indica il dovere del padre che dà continuità alla storia: “eredità” è dunque il dovere alla storia, che non significa accumulare, ma avere responsabilità per il futuro.
La dieta mediterranea è parte della nostra storia, fatta di popoli, donne e uomini. Da ciò non ne consegue che tutti debbano seguire la dieta mediterranea, ma che è necessario comprendere l’importanza di un giusto approccio al cibo, alla cultura che sta alla base di ogni alimentazione.

Per saperne di più, è possibile vedere la registrazione dell’evento cliccando qui. 

 

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