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Il dibattito su Pasolini a cent’anni dalla nascita

Martedì 20 settembre 2022, in collaborazione con il Centro di ricerca CAST (Catholicism and Audiovisual Studies) di Università UniNettuno, si è svolto “Il dibattito su Pasolini a cent’anni dalla nascita”.

Dopo i saluti introduttivi dell’Ambasciatore Francesco Di Nitto e del Presidente del CAST Mons. Dario Edoardo Viganò, sono intervenuti i Professori: Marco Antonio Bazzocchi e Giacomo Manzoli, Università di Bologna; Tomaso Subini, Università degli Studi di Milano. Il dibattito è stato moderato da Laura Delli Colli, Presidente Sindacato Nazionale Giornalisti Cinematografici Italiani.

Nel suo intervento, Mons. Viganò ha presentato le attività del Centro studi di UniNettuno, nato nel 2020 con l’obiettivo di approfondire lo studio del rapporto tra cattolicesimo, cinema e audiovisivi in una prospettiva internazionale, con l’obiettivo più generale di promuovere la cultura cinematografica e la conoscenza dei suoi protagonisti. Da questo percorso è nata l’idea – ha proseguito Mons. Viganò – di organizzare questo appuntamento su Pier Paolo Pasolini nell’anno in cui si celebra il centenario della sua nascita, invitando tre autorevoli interpreti degli studi pasoliniani “per fare il punto sul dibattito intorno all’opera di questa figura poliedrica che occupa un ruolo centrale nella storia della cultura italiana del Novecento e la cui statura intellettuale va ovviamente anche molto oltre il cinema. Penso, per andare su temi che mi stanno cari, al tentativo di Pasolini di fare esplodere lo scandalo del sacro in una società borghese rigidamente canonizzata”.

Introdotto dalla moderatrice Laura Delli Colli, ha preso poi la parola Marco Bazzocchi, che ha affrontato nel suo percorso professionale soprattutto il tema della sessualità e del potere nell’opera letteraria pasoliniana. Di fronte all’interrogativo: “Può un uomo di formazione marxista (o di idee di sinistra) avere un’attenzione per il mondo della religione?”, il Professor Bazzocchi ha affermato che quello del “sacro” è uno dei concetti fondamentali dell’opera di Pasolini, poiché viene inteso come tutto ciò che ha una valenza etica, che ha che fare con l’umano e che non è ancora stato manipolato dal potere. Allo stesso modo, Pasolini – ha evidenziato Bazzocchi – aveva previsto la “mutazione antropologica” che si sarebbe realizzata a seguito dell’affermarsi del consumismo, “per cui tutto viene ridotto a merce”, anche gli stessi individui.

Tomaso Subini, il cui percorso di ricerca sul cinema è stato punteggiato costantemente da un’attenzione alla dimensione del sacro nell’opera pasoliniana, ha partecipato al dibattito a pochi giorni dall’uscita del suo ultimo libro edito da Utet e dedicato a Le cronache di S. Matteo. Il film amato e accantonato di Pier Paolo Pasolini. Subini si è soffermato su una specifica fase della produzione di Pasolini che, dall’estate del ’62 – periodo in cui scrisse la sceneggiatura di un film programmaticamente anticattolica (per cui finì sotto processo per vilipendio alla religione dello Stato) – diventò in pochi mesi punto di riferimento del cattolicesimo internazionale grazie alla vittoria del Premio Ocic (Organizzazione cattolica internazionale del cinema) al Festival di Venezia.

Infine, Giacomo Manzoli – che nel corso dei suoi studi si è concentrato sulle riflessioni pasoliniane sulla figura dell’intellettuale in rapporto alla società e sul rapporto tra Pasolini e la cultura popolare – ha affrontato il tema della ricerca da parte di Pasolini di un dialogo con il mondo cattolico a partire dalla sua religiosità, in un periodo in cui la società, segnatamente dagli anni ’60, era attraversata da molti cambiamenti e tensioni.

L’evento è stato trasmesso in diretta Facebook sulla pagina dell’Ambasciata d’Italia presso la Santa Sede @ItalyToHolySee e può essere rivisto cliccando su questo link. 

 

locandina evento cast

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